pubblicato dalle Éditions Espace 34, 2007
regia Maria Cristina Mastrangeli
collaborazione alla regia Anna Romano
design luci Serge Derouault
composizione musicale e rumori Stéphane Oertli
collaborazione alla composizione musicale Gilles Collard
cene e costumi Hélène Lepetit
con :
Gaëtan Kondzot, Riccardo
Lucienne Hamon, la madre
Gilles Dao, Buckingham
Anna Romano, Anna
Stéphane Oertli, Norfolk
Lo spettacolo è stato scritto e prodotto grazie al sostegno del Centro Nazionale per le Scritture dello Spettacolo (CNES) alla Chartreuse de Villeneuve-lez-Avignon, il fondo per la commissione ad autore e il fondo per la creazione di opere drammatiche della DMDTS – Ministero della Cultura Francese.
Creato al Théâtre Berthelot di Montreuil nella periferia di Parigi nel gennaio 2005 e al Théâtre de l’Opprimé (Parigi) nell’aprile-maggio 2005
III, tertium, the third, terzo… come terzo millennio, come terzo Reich, come terzo stadio per alcune malattie virali, terzo come Riccardo III… come indica il suo stesso appellativo…
Note di regia
III è per antonomasia triangolare: Riccardo è la punta del triangolo; gli altri due personaggi maschili a destra, i due personaggi femminili a sinistra; di fronte: il fantasma del padre, la folla fantasticata e un microfono per comunicare con quest’assenza, degli “a parte” quindi, ma di un’intimità lacerante.
Il linguaggio di Philippe Malone porta in sé gli embrioni di un lavoro sul ritmo, sulla scansione; possiede un fraseggio musicale tra blankeverse di Müller e slam. L’atmosfera dello spettacolo – visiva, sonora, ritmica – è quella di un concerto rock (più punk-elettronico che acustico), nel quale si mescolano rigore, violenza travolgente e comicità traslata…
Da qui deriva il desiderio di esplorare una colonna sonora fatta di rumori iperrealisti amplificati, prodotti in diretta dal compositore-attore con oggetti quotidiani (una friggitrice produce il suono degli applausi degli azionari; delle monetine d’un centesimo su una lastra di metallo producono i passi della folla in marcia…) e d’attaccare ogni atto secondo le norme del teatro musicale con riferimenti forti alle musiche popolari (elettronica, rap, musica leggera). Il tema musicale dello spettacolo è composto di cinque tessiture, ciascuna corrispondente a uno dei personaggi. Il suono è un personaggio a sé, la consolle di missaggio è in scena, ed è manipolata a vista: ci saranno dei pezzi musicali pre-registrati sui quali gli attori canteranno, i rumori e gli ambienti sonori saranno in diretta. L’universo visivo è in bianco e nero, macchiato di colori primari, punteggiato di segni grafici più vicini alla cultura urbana che al design d’architettura, un riferimento malizioso a Basquiat. /span>
Maria Cristina Mastrangeli
APPROFONDIMENTI (documento solo in francese)
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