Nel 2009 ha ricevuto il premio Florent Schmitt dell’Accademia di Belle Arti de l’Institut de France, il Premio Studium di musica contemporanea nel 1986 e il Premio Joven Orquesta Nacional de España nel 1992. Musicista cosmopolita, Gualtiero Dazzi si nutre artisticamente di un gran numero d’influenze artistiche e culturali. Senza privilegiare un mezzo in particolare, essendo attivo nel campo della musica sia strumentale che vocale, elettronica o contemporanea, tradizionale o improvvisata, del teatro e della video-arte, Dazzi situa l’opera musicale nella più ampia e aperta prospettiva culturale possibile. La sua prima opera La rosa di Ariadna con la regia di Stéphane Braunschweig, presentata al Festival Musica di Strasburgo, poi in tournée europea, è stata salutata come una delle più importanti riuscite della lirica degli ultimi anni. La sua quarta opera lirica, Le Luthier de Venise, presentata nella Stagione Lirica 2004 del Théâtre du Châtelet a Parigi, nell’allestimento di Giorgio Barberio Corsetti ha ricevuto un’accoglienza particolarmente calorosa, di questo lavoro si è detto che è stato in grado di riconciliare definitivamente il pubblico con la creazione lirica contemporanea. Le jeu de la feuille et du vent, diretta da Daniel Kawka nel 2009 a Parigi al Festival Présences, poi a Torino da Luca Pfaff, è stata selezionata dal Rostrum Internazionale delle radio classiche di Lisbona per una radiodiffusione in trenta paesi. Recentemente Am Saum des Gedankens, per voce, doppio coro e orchestra, è stata presentata nella chiesa Saint-Eustache di Parigi. Tres Cantos, per voce, arpa e quartetto a corde, commissionata dal festival Les heures musicales dell’Abazia di Bourgueil, in Francia, interpretata da Sylvia Vadimova e l’ensemble Tm+, è stata anche ascoltata al Festival Berlioz della Côte Saint-André, in Francia, nell’agosto 2012. Nel 2013 crea Montagne Sacrée – Passeurs de Chant, un progetto corale che riunisce quattro solisti, un coro misto e il Coro Monte Iron, coro maschile che interpreta il repertorio tradizionale delle Dolomiti del Trentino, nell’ambito del festival Les Détours de Babel a Grenoble, in Francia.
Con Octogone : L’ère du témoin, Morituri, Quelques mots pour dire d’où je viens