Un Petit Poisson
di Pier Paolo Pasolini




a richiesta lo spettacolo può essere presentato in italiano
traduzione dall’italiano di Caroline Michel
in Théâtre 1938-1965 Éditions Les Solitaires Intempestifs, 2005

regia Gerardo Maffei

attrice Maria Cristina Mastrangeli

design luci Jean-Pierre Michel
scene e costumi Marta Pasquetti e Federica Buffoli

col sostegno di Fontenay-en-scène, Fontenay-sous-Bois / La Grange Dîmière – Commune di Fresnes / Théâtre de Rungis / sostegno in residenza del Théâtre Paul Éluard de Choisy-le-Roi

e dei KissBankers: Elsa Bosc, Francesco Carpinteri, Maria Teresa de Vito, Yaël Elhadad, Elise Godier, Louise Hasson, Rossana Jemma, Pascal Lalanne, Marc Lepage, Rosi focolare Roma, Angela Prosperi, Antonella Questa, Maria Giulia Raffele, Agnese Silvestri, Bianca Silvestri, Francesca Silvestri, Ludovica Villa, Anna Zaneva, Akim Zejjari.

Spettacolo creato il 9 febbraio 2015 al Théâtre de Belleville di Parigi

Una donna d’una certa età, sulla riva d’un fiume, parla a un pesciolino.
La protagonista si definisce “zitella”. Ha qualche rotella fuori posto. Nel suo essere “diversa” ha la chiara intuizione della paura che nutrono gli uomini di tutto ciò che provoca scandalo.
Un Pesciolino è un atto unico scritto da un giovane Pasolini nel 1957. Probabilmente ispirato al poeta dall’immensa Laura Betti e destinato a un’altra grande signora del teatro, Adriana Asti, il monologo non fu mai messo in scena durante la vita di Pasolini.
Il testo ha una struttura da teatro dell’assurdo, con degli echi che ricordano Giorni felici di Beckett.

Estratto dalle note di regia

Il teatro di Pasolini è conosciuto come un teatro di parola. Ma se consideriamo la sua opera teatrale nell’insieme, vi possiamo scorgere una vivacità che va al di là di una pura riflessione intellettuale portata sul palcoscenico. (…) Il pubblico, il vero e proprio pesciolino, potrà essere “pescato” dalla protagonista, una ragazza invecchiata, nevrotica e sola. Vittima di una feroce categorizzazione è alla ricerca disperata di un contatto umano.
Vorrei dedicare con tutto il mio cuore questo non-spettacolo alla mia generazione, la “Generazione X”, sospesa tra il sogno americano e l’incubo delle Twin Towers, tra autodistruzione e affermazione di se stessa.

Gerardo Maffei

Dossier in PDF

Teaser

Versione 15 minuti